Coop Future Food District: come sarà l’alimentazione del futuro
Pensando alla piccola Pulce e a quello che sta mangiando oggi rispetto a quello che mangiavo io, mi viene da pensare a come sarà il cibo del futuro.
Vi avevo già raccontato della mia esperienza ad Expo ospite di BrandFan per Coop e il supermercato del futuro. Ecco allora un’altra considerazione al riguardo, a pochi giorni dalla chiusura dell’Esposizione Universale.
Secondo la Società Umanitaria, già presente all’Esposizione Universale del 1906, nei prossimi anni 1,8 metri quadri a testa per produrre il cibo necessario per sfamare tutti saranno davvero pochi. Ci verranno in soccorso larve, vermi e altri insetti (1900 le specie commestibili), in grado di produrre molte proteine consumando poca energia. Un’autentica panacea ricchi come sono di fibre, acidi grassi, oligoelementi e inoltre allevamenti così low tech da essere facilmente realizzabili anche nei paesi più poveri del mondo.
Certo l’idea che mia figlia o i miei nipoti o bis-nipoti si cibino di larve ed insetti non mi alletta per niente.
E’ per questo che nasceranno le “fattorie del mare“, ovvero strutture galleggianti in grado di produrre alimenti. Due gli esempi. Il primo nasce dal Centro di ricerca sulla Sostenibilità ambientale dell’Università di Milano Bicocca e si basa sulla tecnologia denominata “floating system“, ossia sulla coltivazione diretta in bancali contenenti un substrato leggero e ricavato localmente. Il secondo è una serra modulare galleggiante, Jellyfish Barge, in grado di riprodurre il fenomeno naturale della dissalazione solare così da generare giornalmente 150 litri di acqua dolce e pulita a partire da acquasalata o salmastra. Un progetto multidisciplinare nato da Pnat, la start-up innovativa, Spin-off dell’Università di Firenze che si occupa della progettazione, sviluppo e realizzazione del prodotto (www.pnat.net) e il cui prototipo funzionante si trova nel canale Navicelli tra Pisa e Livorno.
Infine, i pakaging sostenibili di Bio-on, poliesteri biodegradabili anche in acqua ottenuti attraverso la fermentazione naturale di batteri alimentati da scarti e sottoprodotti dell’agro-industria.
Tutto questo lo potete trovare davvero e non in un viaggio nel futuro nell’Exibition Area di Coop, 250 metri quadrati dedicati al futuro del cibo e delle tecnologie produttive.12
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