Sto fingendo di avere una vita normale
Sono in giardino. Le bambine giocano. Il sole splende. Qui a Londra sta facendo una primavera bellissima. I fiori sono sbocciati, la mia erbetta cresce e sono nati i cigni nel parco. Sembra una vita normale anzi, una vita invidiabile.
In realtà sono 46 giorni che siamo chiusi in casa. 46 giorni che ci sentiamo fuori dal mondo. Viviamo ad Hampstead, una zona verde di Londra a pochi minuti di metro dal centro. Ma qui non sappiamo più dove viviamo. Potremmo essere in un paesino di campagna che per noi sarebbe la stessa cosa.
La grande fortuna sono il nostro micro giardino e l’immenso parco di Hampstead Heath, due luoghi in cui Bea e Bianca si sfogano tutti i giorni. Ci siamo trasferiti nella nuova casa da tre mesi. Io, che ho sempre amato zone più movimentate, che ho sempre preferito scrivere nei bar, che avevo bisogno di organizzare tutti i weekend perché proprio non ce la facevo a stare a casa, ho imparato a respirare, a prendere il mio tempo e a smettere di avere tutto sotto controllo.
E allora ecco le cose che avevo dimenticato di saper fare o che ho imparato in questo periodo di quarantena.
Leggere: come sapete amo leggere e allora ho ripreso “Cime tempestose”, ho letto un libro di filosofia, un romanzo sull’antica Grecia, sto leggendo “Emma” e tanti altri.
Scrivere: non solo sul blog e sui giornali. Ho iniziato un libro di calligrafia. Mi rilassa ed è un buon esercizio.
Disegnare: da piccola amavo disegnare, poi ho smesso, non so perché. Poi, stando a casa con le bimbe, ho cominciato a copiare i disegni de Le Facciotte e così è tornato l’amore.
Giardinaggio: qui viene il bello. Io, che non sono mai riuscita a tenere in vita anche solo una pianta in casa a Milano, qui mi sono data al giardinaggio. Ho iniziato comprando i semi dell’erba perché la terra era tutta secca e piena di schifezze. Con le bimbe abbiamo pulito tutto con rastrello e paletta, abbiamo comprato i guanti e tutto l’occorrente. ho ordinato online le prime piante da piantare. Ho comprato l’annaffiatoio di metallo con disegnata la lavanda (fa molto casa francese) e tutte le sere mi rilasso bagnando il mio giardino. Poi da lì ho comprato anche le piante da interno. Per ora ne ho quattro, ma presto ne arriverà un’altra da mettere in bagno. Perché il verde rilassa e vivere con le piante mi fa stare bene.
Cucina: di base cucina sempre di più marito, ma anche io non me la cavo male. L’unica cosa è che è impegnativo preparare colazione, pranzo, merenda e cena per tutti, tutti i giorni. Ogni tanto ordiniamo sushi, ogni tanto un mega hamburger, una volta anche la pizza da mangiare sul divano.
Giocare: non amo giocare con le bimbe. Non sono una di quelle mamme che gioca davvero. Mi piace leggere le storie, mi piace disegnare con loro e organizzare delle attività. Papà è quello che le rincorre, che fa la lotta, che gioca a nascondino. Ognuno ha il suo compito.
Ascoltare: sono sempre stata la psicologa della famiglia. Forse ho una vocazione. E allora ascolto le mille telefonate della mamma, sorella, zia, fratello, papà e amici. Tutti quelli che un tempo venivano a trovarci e di cui ora sento solo le voci. (o le facce grazie ai video)
Scegliere di essere felice: tutti i giorni cerco di essere sempre positiva. Prima o poi potremo abbracciare tutti i nostri “congiunti” e amici. Prima o poi potremo tornare in Italia. Prima o poi potremo ritornare a vedere il mare. Prima o poi potremo riprendere l’aereo perché Beatrice è da 3 giorni che mi dice che vuole andare a vivere a Bali. E allora ci raccontiamo dei viaggi che faremo, di dove andremo la prima volta, appena si potrà.
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