Infertilità in crescita in Italia, il Paese dove nascono meno bambini
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L’infertilità è un fenomeno complesso, ma questa interessante infografica realizzata dal Centro Fecondazione Assistita Alma Res può aiutare a chiarirsi le idee.
L’infertilità è un tema delicato, sul quale bisogna informarsi correttamente per capire fino in fondo le ripercussioni che può avere sul singolo individuo e sulla coppia.
Che cos’è l’infertilità?
Ma prima di tutto: cos’è? Secondo l’OMS, per infertilità s’intende l’assenza di concepimento dopo 12/24 mesi di rapporti mirati e non protetti.
Questa patologia non è così rara come si crede, anzi, è un fenomeno in aumento che oggi riguarda, in Italia, circa il 15% delle coppie. La causa, nel 39,2% dei casi è l’infertilità femminile, mentre nel 25,8% dei casi è quella maschile.
Nelle donne, l’infertilità può essere dovuta a ridotta riserva ovarica (11,4%), a un fattore tubarico (9,4%), a infertilità endocrina-ovulatoria (5,8%), endometriosi (4,7%), poliabortività (1.1%) o ad altri fattori multipli.
Per quanto riguarda gli uomini, invece, il 60% dei casi di infertilità è dovuto all’inquinamento: polveri, fumo, alcol o alimentazione scorretta.
Esiste un rimedio all’infertilità?
Certo che esiste, e i dati sono incoraggianti.
Ben il 60% delle coppie ricorre alla FIVET omologa e il 42% alla ICSI omologa. Andiamo a vedere nel dettaglio queste due tecniche:
La FIVET prevede la fecondazione all’interno di specifiche piastre da laboratorio tramite l’unione e il contatto di spermatozoi prevalentemente trattati e ovociti.
La ICSI, invece, prevede la microiniezione di uno spermatozoo selezionato e preventivamente trattato all’interno del citoplasma dell’ovocita.
Altre coppie decidono invece di affidarsi alla fecondazione eterologa, che prevede la donazione di ovociti o di seme di una terza persona.
In un anno, le coppie che hanno iniziato il trattamento con fecondazione omologa sono 59.885, mentre quelle che hanno deciso di intraprendere il percorso della fecondazione eterologa sono 2.462.
Le percentuali di successo, con la fecondazione omologa sono del 35,8% sotto i 34 anni, del 27,1% tra i 39 e i 35 anni e scendono fino all’8,2% sopra i 43 anni.
Quando è il maschio a essere causa dell’infertilità e si decide di intraprendere la fecondazione eterologa, attraverso la donazione del seme di una terza persona, le possibilità di iniziare una gravidanza sono del 45,5%, se la donna ha meno di 34 anni.
Se invece ci troviamo davanti a un caso di infertilità femminile, attraverso la donazione di ovociti crioconservati, quando la donna ha meno di 34 anni, le probabilità di riuscita della procedura sono del 37,1%.
Anche se l’infertilità è di coppia, non bisogna scoraggiarsi. Nel caso di doppia donazione (ovociti e seme), la probabilità di successo della fecondazione assistita è del 30,8%.
Quanto tempo ci vuole per iniziare una terapia?
I tempi di attesa per accedere a un ciclo di trattamenti variano in base al tipo di struttura alla quale si decide di affidarsi. Nel caso di una struttura pubblica, i tempi di attesa si attestano circa a 1 anno, per scendere a meno di 3 mesi in una clinica privata.
One Comment
Elena
E’ un post delicato. Io sono stata fortunata, perché non ho avuto problemi a concepire, tuttavia ritengo che il problema risieda in parte nel procrastinare la decisione di avere figli: si vorrebbe tutto perfetto, la casa, il lavoro, condizioni che in Italia sono sempre più difficili.
Oltrettutto si sa che troppo spesso ancora oggi nel nostro Paese si è costrette a scegliere fra realizzazione personale e maternità. Così ci si ritrova a dover correre dietro le alle lancette dell’orologio biologico e a dover affrontare iter complessi a cui non si era preparati. Per fortuna, per molti si può ricorrere alla fecondazione assistita che è un aiuto impensabile fino a pochi anni fa nell’aver figli.